venerdì 16 ottobre 2009

E la stampa? Monnezza!


Con una telecamera ambientale, Zappadu - appostato su una roccia di fronte a Palazzo Grazioli - ha intercettato la seguente scenetta.

Nel suo ufficio Silvio B. si annoia, sotto la scrivania ormai l’erba è ricresciuta. Unico passatempo, tirare freccette alla foto di Eugenio Scalfari appesa dietro la porta. Entra Bondi e viene colpito in piena fronte: sanguinante, rassicura: “Non è nulla, ho ricevuto l’ispirazione per una nuova poesia!”. Dietro di lui, Marcello Lippi. “Silvio, ma come fai con quei dannati giornalisti? Io non resisto più: ieri ho trovato Carlo Paris nella cesta dei panni ed Enrico Varriale in piedi nella cuccia del cane… Tutti a rompermi con Cassano, sono esaurito. A mia moglie, che mi chiedeva “Vai a lavorare?”, ho risposto “Vergognati!”.

“Non me ne parlare – dice Berlusconi – sto pensando a un nuovo risiko di poltrone: Belpietro a San Pietro, Ratzinger a Mediaset (con Fede segretario particolare e la Buonamici addetto stampa) e Feltri al Milan, tanto lui di brocchi e ronzini se ne intende…”.

All’improvviso, entra di corsa un tricheco che plana sulla moquette: è Diego Maradona! Prima di rialzarsi, sniffa un po’ della forfora caduta a Cicchitto. “Ho saputo che anche voi avete problemi con i giornalisti. Tranquilli, vi ho portato una proposta di legge del mio amico Fidel Castro. Punto primo: eliminare tutti i computer dei periodistas. A Cuba ce ne sono 8, in mezz’ora il lavoro è finito. Punto secondo: per normalizzare le trasmissioni, mettere Gianni Minà a capo della tv di Stato. Ballarò diventerà Boxerò, condotta da Cassius Clay. Anno Zero cambierà in Anni Sessanta, con Mal al posto di Santoro e Marcos a quello di Travaglio. Per finire Tito Stagno al Tg1 e il figlio del colonnello Bernacca a Che tempo che fa”.

Rassicurati, i tre si bevono un bicchiere di fronte al caminetto. Maradona butta nel fuoco un poster di Pelè, Lippi una foto della mamma di Cassano e Silvio un ritratto a olio di Johann Gutenberg.

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